Entra in gioco la seconda caratteristica: il calore specifico Cp, espresso in J/KgK, misura la quantità di calore necessaria ad innalzare la temperatura del materiale. Anch’essa è una grandezza specifica, quindi indipendente dalla dimensione. Più è alto, meglio è perché ci vuole più calore per innalzare la temperatura. Materiali densi e pesanti hanno maggiore calore specifico. Ottima in questo caso diventa la fibra di legno che ha Cp=2400J/mK, peggiore il polistirene che ha Cp=1400J/mK.
Aumentando il calore specifico aumenterà il tempo che impiega il calore del sole a penetrare all’interno della casa. Questo concetto è definito sfasamento temporale dell’onda termica, che è importante che sia maggiore di 12 ore perché se l’involucro della nostra casa è progettato per proteggerci dal caldo per la durata del giorno allora potremo godere fresco accumulato durante la notte per tutta la giornata. Sarà importante aprire bene le finestre di notte per massimizzare il raffreddamento delle masse.
Riassumendo: materiale leggero è migliore d’inverno
Materiale pesante è migliore d’estate
Quindi quale scegliere se quello che va bene d’inverno non va bene d’estate?
Beh, io qui sto semplificando molto un’argomento complesso.
Prima possibilità: uso un materiale un pò meno efficiente d’inverno ma con spessore più grande, così andrà bene sia d’inverno che d’estate.
Seconda possibilità: li uso entrambi realizzando una stratigrafia composta. E’ semplice. Ad esempio in un muro di mattoni con cappotto isolante esterno l’efficienza invernale la garantisce il cappotto, magari di polistirene, quella estiva la massa di mattoni, che per scaldarsi impiega molto tempo.
Chiudo con una frase di Norbert Lantschner: “L’energia è una risorsa troppo preziosa per essere sprecata negli edifici”